
Finalmente l’ultimo mito sulla morte prematura del link building è stato sfatato (dal capo della Search Spam di Google in persona), ma questo non è sufficiente per ritrovare la serenità e un approccio corretto nel campo della SEO.
Occorre formazione e, soprattutto occorre formare tutte le persone con cui avrai a che fare (il tuo boss, i tuoi clienti, il boss del tuo cliente) nello sviluppo di una strategia SEO.
Ecco qualche suggerimento, da Erin Everhart (Search Engine Land), per aiutarti nella formazione quotidiana dei tuoi clienti e per tutti gli aspiranti link builder.
1. Hai ancora bisogno di link per posizionarti sui motori di ricerca
“Non dare importanza a quello che leggi, esordisce Everheart, il link building non è morto”. Fino a che le persone utilizzeranno i motori di ricerca per cercare informazioni e fino a quando i motori di ricerca utilizzeranno i link per il posizionamento (e lo faranno ancora per molto), il link building non sparirà dalla scena.
L’unica cosa che è certa è che il link building di oggi non ha nulla a che vedere con il link building di ieri: l’article marketing e il guest posting sono stati sostituiti dal content marketing, dal blogging sul tuo sito personale, da concorsi e omaggi.
2. Nessuno ha un’idea precisa su quanti link possano servire
“Non c’è nessun numero magico di link, dice Everheart, che ti dia la certezza di salire sulle SERP”
È importante sapere come muoversi per attirare link, ma nessuno conosce i meandri oscuri degli algoritmi di un motore di ricerca: è sicuro che prediligono link di qualità, piuttosto che link in quantità, ma non sappiamo in che tempi viene valutata la qualità di un link.
In generale, si può dire che il numero di link di cui tu possa avere bisogno per raggiungere le prime posizioni varia in funzione delle parole chiave su cui vuoi concentrarti: dipende dalla loro competitività, dal tuo sito e da come sono sviluppati i siti dei tuoi concorrenti.
3. Nessuno ha una scorta segreta di buoni contenuti
Secondo Everheart, la frase “content is king” è stata la rovina dei link builders: tutti hanno capito (forse) che il miglior modo di ottenere link e posizionarsi sia quello di avere contenuti attraenti, che spingano il desiderio di leggere, di condividere e linkare. Ma il contenuto, aggiunge Everheart, deve essere creato e non esiste in natura.
Creare buoni contenuti significa dedicare tempo per immaginare cosa possa interessare ai tuoi utenti e creare contenuti appositamente per loro: questo potrebbe richiedere molto tempo se opti per approfondimenti o cosiddetti “whitepapers”, ma a volte anche solo poche ore per un articolo su un blog, oppure 10-15 per un post nello stile Facebook…
4. Non esiste nessun luogo fisso dove si possono trovare link
“Se qualcuno ti dice che esiste un posto come questo, dice Everheart, ti sta raccontando una favola”.
Come per i contenuti, trovare link giusti dipende dalle parole chiave che hai scelto, dal tipo di sito, dal settore in cui operi e da molti altri fattori.
I migliori link builders hanno risorse di base da cui partire (soprattutto relazioni sociali), ma non sono mai abbastanza per avere un impatto di rilievo.
5. Non è corretto limitarsi a chiedere un link
“Chiedere un link, dice ironicamente Everheart, è come chiedere ad uno straniero 20 dollari”.
Devi avere qualcosa di buono per riuscire a guadagnare un link: a volte questo significa semplicemente un buon contenuto, ma – il più delle volte – è necessario avere qualche relazione, non superficiale, prima di ottenerne uno.
Se contatti 100 persone, è difficile che raccoglierai 100 link: ma non si tratta comunque di uno spreco di tempo anche se ne otterrai solo un paio. Se sei riuscito ad ottenerne pochi di buona qualità, saranno sicuramente migliori dei 1000 link che alcune agenzie ti potrebbero promettere costruendo schemi e reti e di bad links.
6. Il link building ha bisogno di più tempo rispetto a quello che hai in mente
Così come non è possibile sapere in anticipo quanti link siano necessari per il tuo rank, non puoi avere un’idea del tempo che serve per incominciare a posizionarti: secondo Everheart è comunque sempre maggiore rispetto alle aspettative dei tuoi clienti.
Il link building in sé è un’attività lenta e inoltre i motori di ricerca impiegano molto tempo per indicizzare, attribuire un valore a tutti i tuoi link e determinare l’autorevolezza del tuo sito: normalmente intorno al quarto mese incominciano le proteste dei clienti (attenzione anche alla Google Sandbox), ma Everheart è sicura che il tutto si possa incominciare a sistemare tra il quinto e il sesto mese.
7. Il tuo posizionamento calerà se smetterai di cercare link
“Se smetti di andare in palestra dopo 3 mesi di duro allenamento, puoi aspettarti di continuare a perdere peso?”
Così Everheart giusitifica la necessità di perseverare in questa attività: il link building, dice, è un processo costante e continuo. Non esiste una modalità di “manutenzione” su cui mettere l’interruttore una volta che sono stati raggiunti gli obiettivi.
I motori di ricerca aggiornano di frequente sia gli indici, che il loro algoritmi di posizionamento: ragione per cui l’unico modo per continuare a essere rilevanti ai loro occhi, è quello di mantenere i tuoi link e i tuoi contenuti costantemente aggiornati. Fermare ogni nuova ricerca di link potrebbe garantirti la posizione per un mese, al massimo due, ma oltre questo termine, potresti perdere tutti i progressi acquisiti.
Manca niente?! E tu hai qualche altro consiglio da aggiungere per un aspirante link builder?