
Dopo Buzzea, e l’ennesima penalizzazione ecclatante per link scheming, il dado era già stato tratto. La rete aspettava solo un nome (oppure i nomi) e invece, niente…
L’annuncio è arrivato giovedì scorso con il solito tweet, ma dei nomi dei colpevoli nemmeno l’ombra. Poco meno di 140 caratteri per una non-notizia: “Questa settimana siamo intervenuti sulla rete di link e sui clienti di un’agenzia tedesca. Ci sarà qualcosa di più in Germania”.
Sappiamo bene che si tratta di una non-notizia perché il tutto era già stato preannunciato mentre ancora infuriava l’incendio in Francia (pardon a Dublino): nella sequenza di tweet correlati all’editto su Buzzea, Matt Cutts – invitato da Jonathan Schikowski a tenere d’occhio la Germania – risponde: “È nei nostri radar”.
Una sentenza con l’omissione del nome dei colpevoli rappresenta una novità nello stile di Cutts e, più in generale, nelle pr di Google: cosa si cela dietro il cambio di rotta?
Strano a dirsi, ma a questo giro la rete è avara di speculazioni e anche un attento osservatore di Google come Barry Schwartz si limita ad una notizia scarna, senza offrire alcuna ipotesi.
Quale è allora la ragione di questo mistero?
1) la solita tesi del complotto: i nomi coinvolti (tra i clienti dell’agenzia) sono talmente potenti che anche BigG china la testa. Ok sono tedeschi, ma mica è il governo cinese! Secondo: anche il colosso Expedia ha avuto guai con Google, pur scalfito solo in parte. Terzo: a parte alcune importanti agenzie di Berlino, non è il web che traina il PIL tedesco (già, è l’euro…).
2) una tesi verosimile: l’agenzia colpita non è l’unica, anzi è la prima di una lunga serie (Cutts infatti nel finale è sibillino e suona un po’ come: “The best is yet to come!”). Prima di trovarsi contro la signora Merkel in persona oppure l’intera Bundesbank, Google ha deciso di aggiustare il tiro degli annunci, onde evitare anche l’ennesimo codazzo di burocrati dell’Unione Europea alle spalle.
3) la tesi banale (che verrà utilizzata per spegnere l’incendio e insabbiare il caso): come per l’apocalisse del not provided (lol), Google ha deciso di rispettare la privacy dei suoi utenti e di non divulgare alcuna informazione personale e riservata riguardo alle sue azioni. A pensarci bene come tesi non è del tutto infondata… anzi funzionerebbe perfettamente se le agenzie tedesche coinvolte fossero utenti AdWords o AdSense di Google!
L’aurea del mistero è il terreno più fertile poi, per supposizioni e illazioni di ogni tipo: una nostra lettrice ci aveva segnalato, proprio sul post relativo a Buzzea, un cinguettio dalla Germania con un nome molto grosso e altri leggermente più piccoli. Riprongo qui il tweet di Christian Metz e lascio scoprire al tuo spirito di ricerca dove portano i rumors di corridoio. Io ti lascio solo un indizio: Stoccarda…
2 risposte
temo che nel mirino ci siano LL e TA… la prima di Berlino e la seconda di Stoccarda..
Le prove, cara/o Fede, ci vogliono le prove… (Basterebbero poi due screenshot delle SERP: prima e dopo)
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