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AMP: le pagine veloci per mobile su Google non sono solo un esperimento…

AMP Demo in Italia!
AMP Demo in Italia!

AMP Demo in Italia!

Dormivi sonni tranquilli da quando il buon Giorgio Tave (detto Tavor) ti aveva tranquillizzato, facendoti capire che le AMP di Google non avrebbero avuto peso nella SEO e nelle SERP?!

Se vuoi una bibliografia su questo, non troverai nulla googlando… Il bisticcio è avvenuto su Facebook, dove la memoria storica è simile a quella di un canarino.

Bene, comunque… È ora di svegliarsi, ordinare un large black coffee nel tuo bistrot preferito e cominciare a dedicare un po’ di tempo alle tanto bistrattate AMP (Accelerated Mobile Pages)….

Cosa sono?! Ecco un po’ di letteratura in merito, a cominciare dall’ultima pillola pubblicata su questo blog nell’era geologica scorsa.

Presentazione del progetto

Come controllare le tue pagine veloci attraverso la Search Console

L’importanza è notevole, perché è di pochi giorni fa l’annuncio dato sul blog dei prodotti Google.

Il carosello delle pagine super veloci (AMP), dopo un primo esperimento in campo solo americano, si estenderà ad altri undici paesi nel mondo… Tra questi, guarda caso, anche l’Italia.

In una compagnia eccezionale, insieme a Brasile, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, India, Indonesia, Messico, Giappone, Russia e naturalmente gli States.

Se però la comunità SEO è dubbiosa, per usare un eufemismo, con un piglio leggermente incazzoso, un motivo potrebbe esserci.

Per certi versi le pagine accelerate ribaltano completamente il paradigma facile che, negli ultimi anni, ha permesso il proliferare di esperti SEO, come funghi in una mattina uggiosa dì novembre.

Il primo paradigma che salta è quello dell’unicità del contenuto… Sì, hai capito bene: non devi sostituire tutti i tuoi contenuti con pagine diverse. Puoi avere tutte e due: old & new styled.

Secondo: si tratta di pagine statiche memorizzate in una cache ad hoc, per poterle servire in modo immediato su dispositivi che soffrono di pessime prestazioni nella connessione (ergo tutti i dispositivi mobili…).

È questo che ha spiazzato la comunità (di recupero) SEO: è finito il tempo dei giochetti (o frodi algoritmiche). In quanto pagine statiche non possono essere modificate da algoritmi che restituiscono contenuti ad hoc (o fraudolenti) restituiti solo agli spider e con lo scopo influenzare il rank di una pagina sulle SERP.

Non è forse il caso di cominciare a riflettere su tutto questo? O forse di ricominciare a studiare le novità che ogni giorno vengono introdotte nel nostro “piccolo mondo”?

Non trovi?! Sentiti libero, come al solito, di scrivermi quello che pensi in proposito!