
Tutti hanno bisogno di qualche link, tesoro… E se non trovi un link in scambi reciproci, incontri occasionali o appuntamenti al buio, dove lo puoi cercare un link se non a pagamento?!
Le strade marittime del web sono piene di mercenari del link facile, con prestazioni e tariffari diversi a seconda delle esigenze e del ceto di riferimento (ovvio).
Bene, mentre qualcuno da queste parti vorrebbe addirittura ripristinare l’antico santuario della maitresse, Matt Cutts – il comandante in capo della squadra Anti Spam di Google – veste i panni del mormone post-riforma, e si lancia in un incredibile (ma esilarante) show a proposito dell’intolleranza di Google nei confronti del libertinaggio ipertestuale.
L’ambientazione non cambia, ma Cutts in questa “lezione” non prende spunto da una domanda del pubblico: parte in quarta presentando il topic: “Che cos’è un link a pagamento? E soprattutto quali sono i criteri che la squadra Anti Spam utilizza per valutare quando un backlink è sospetto di marchetta?”
Secondo Cutts nel 99% dei casi è “incredibilmente chiaro” quando si tratta di link a pagamento: la gente paga per link basati su PageRank e che passino PageRank. Il problema quindi per Cutts, non è in questi casi (si tratta di penalizzazione sicura quando Google intercetta le reti di backlinks), ma quando si entra nell’area grigia dell’incertezza…
A te è mai capitato di offrire una pizza oppure una birra in cambio di un link? Cito testualmente Cutts, sono diversamente astemio, ma avrei battute migliori per il caso…
Risposta seria: una birra o una pizza potrebbero non fare testo, ma se il controvalore dello scambio aumenta (es. una vacanza ai Caraibi) il sospetto che sia un link a pagamento c’è tutto e io sarei il primo a cercare di essere corrotto…
Hai mai preso un link in prestito?!? Oppure in prova gratuita?!? Questo invece è straordinario: ti hanno mai pagato un link a tua insaputa?!
Il video è piuttosto lungo, oltre i 7 minuti, e al suo interno troverete molte altre gag divertenti…
Solo una cosa lascia un po’ perplessi e condivido un commento lasciato sull’articolo di esegesi del verbo di Jennifer Slegg (Search Engine Watch): “dopo aver ascoltato il tutto, ammette martinfasani, non mi è ancora chiaro come capire se un link è a pagamento oppure no…”.