
Baidu Busca: sembra un’ingiuria, ma non è così. Si tratta della versione brasiliana del motore di ricerca che domina le ricerche in Cina.
L’annuncio è di venerdì scorso (18 luglio 2014) e, secondo Paul Bischoff (TechInAsia) si tratta del salto in uno dei mercati più grandi, al di fuori della Cina.
Baidu Busca offre risultati in lingua portoghese su pagine web, immagini e video: inoltre incorpora una versione localizzata della sua postbar (“Tieba” nella versione cinese) con contenuti di tendenza estratti dai forum di discussione. Materiale che secondo Bischoff potrebbe essere NSFW, ovvero Not Suitable For Work (non adatto alle ore lavorative).
L’annuncio, come si confà ad un motore di ricerca di Stato, è avvenuto in contemporanea con la visita del Presidente Cinese Xi Jinping e l’incontro con la presidentessa brasiliana Dilma Rouseff.
La versione brasiliana ha qualche caratteristica in più rispetto a quella cinese: ad esempio la ricerca istantanea (cosa evidentemente non possibile per la censura cinese) e una piattaforma “sociale” dedicata allo sport e ai suoi atleti.
Forse la burocrazia cinese non aveva previsto, con la sua programmazione quinquennale, che il Brasile potesse perdere i mondiali di calcio…
Oltre la cornice di colore, la mossa di Baidu potrebbe avere ripercussioni di carattere globale: il Brasile è una delle potenze emergenti (fa parte, insieme alla Cina, del BRICS) ed è un mercato di 200 milioni di persone, dove (nonostante mille contraddizioni, proprio come in Cina) internet, e soprattutto l’e-commerce, si sta sviluppando a ritmi molto veloci (leggi questo articolo del Sole24Ore).
I piani di Baidu sono rivolti a investire direttamente in Brasile, nelle sue università, per costruire un centro di sviluppo in loco per analizzare i dati del mercato brasiliano e sviluppare un’esperienza utente dedicata a questo territorio.
Non si tratta della prima uscita sul mercato globale di Baidu: il primo lancio del motore di ricerca fuori dalla Cina è stato con la sua versione giapponese. Oltre allo scoglio culturale, lo sbarco di Baidu in Giappone non è stato dei migliori: qui la lotta non è solo contro la supremazia di Google Japan, ma anche tra paesi non amici… Solo pochi mesi fa il governo giapponese ha accusato Baidu di spiare gli utenti giapponesi attraverso un tool dedicato alla traduzione dei testi (qui la notizia).
Nei piani futuri di Baidu adesso c’è la Tailandia, il Vietnam, l’Egitto e l’Arabia Saudita: Baidu è già presente in questi paesi con uffici commerciali, entro breve ci sarà anche con un motore di ricerca dedicato per ciascun paese.
Nonostante le premesse (dittatoriali), sembra che la strada intrapresa da Baidu sia quella di presentarsi al di fuori della Cina (e anche fuori dal mercato asiatico) con prodotti studiati su misura per gli utenti di internet di quel paese.
Riuscirà a competere con il traduttore istantaneo, le local searches e la presenza globale di Google? Cosa ne pensi?