
Qual’è il profilo del consulente SEO moderno?
Nell’ultimo sondaggio sulla professione SEO di questo blog, mi hai dato un ottimo contributo per descrivere una mappa condivisa della SEO in Italia.
Oggi voglio prendere spunto da tre definizioni, ovvero tre diversi profili aziendali, fornite da Jim Yu (Search Engine Land),
Secondo Yu ci sono tre principali profili di persone coinvolte nella ricerca organica: i content marketer, i SEO Data Junkie (letteralmente i “drogati” di dati) e i decision maker (quelli che prendono le decisioni).
I content marketer sono specialisti dei contenuti e pensano in modo strategico: sanno come creare risorse per un target specifico di pubblico e le sanno amministrare per raggiungere obiettivi di marketing.
Sono normalmente ottimi scrittori, ma raggiungono ottimi risultati solo in simbiosi insieme a consulenti SEO più tecnici o del secondo tipo.
I “drogati di dati” sono tecnici o analisti di marketing: pensano in modo logico, si tuffano in mezzo ai dati e cercano di interpretare il significato dei numeri.
Utilizzano tools e risorse per analizzare metriche, effettuare test e studiare i risultati: a volte non sono raffinati in strategia, scrive Yu, ma sanno che il loro apporto è indispensabile per qualsiasi campagna SEO.
Nel terzo profilo Yu mette i direttori oppure i manager esecutivi: persone che non sono coinvolte direttamente su aspetti specifici del marketing, ma ne capiscono i meccanismi interni ed esterni per prendere “decisioni informate”. Sono quelli che decidono in funzione del ROI e ne rispondono direttamente con l’amministrazione della società.
Queste persone potrebbero non riconoscere l’importanza del canale della ricerca organica all’interno della strategia di marketing: per questo motivo hanno bisogno di dati (profilo 2) e di strategie di contenuto (profilo 1) per decidere se spendere e che budget dedicare a questo canale.
E tu a quale profilo di SEO appartieni?
Un altro sondaggio interessante è stato segnalato ieri da Barry Schwartz (Search Engine Land) e pubblicato da Skyrocket SEO a proposito di link building: il sondaggio ha coinvolto circa 300 professionisti.
La questione centrale del sondaggio: come sono cambiati gli investimenti di singoli SEO e di agenzie nel link building?
Il paragone con il dati del 2013 è sorprendente: nel 2013 il 10% del campione investiva più di 50.000 dollari all’anno in backlinks, nel 2014 la percentuale non esiste più. Diverso invece il rapporto con gli altri intervalli di budget: in proporzione (37% contro 11%) sono aumentati gli investimenti compresi tra 10.000 e 50.000 dollari e diminuiti quelli di poche migliaia.
$50k: 0% in 2014 vs. 10% in 2013
$10-50k: 37% in 2014 vs. 11% in 2013
$5-10k: 23% in 2014 vs. 18% in 2013
$1-5k: 20% in 2014 vs. 26% in 2013
$0-1k: 20% in 2014 vs. 35% in 2013
Sarebbe lecito chiedersi se in queste cifre siano compresi anche gli scambi in denaro di link… Si tratta ovviamente di una pratica non positiva e soggetta a penalizzazione. L’investimento corretto, non è sulla borsa dei backlinks, ma sulla strategia di contenuti e di relazioni (pubbliche e sociali) da mettere di cantiere.