Non tutte le strategie SEO sono strategie di attacco, a volte purtroppo bisogna giocare anche in difesa e potrebbe tornare utile sapere come cavarsela, quando si ricevono attacchi diretti a minare la reputazione del tuo sito, con tecniche ancora più scorrette rispetto alle strategie SEO di Black Hat.
Secondo Mike Stewart di SMB SEO, intervistato da John Rampton di Search Engine Journal, c’è una competizione molto aggressiva nel panorama della ricerca localizzata (local search).
“Con pochi dollari, dice Stewart, è possibile acquistare malware online per infettare un sito realizzato con WordPress: c’è un intero mondo sotterraneo che si dedica a questo tipo di lavoro dove le persone vengono pagate anche pochi spiccioli per attaccare siti web locali”.
Il miglior modo per difendersi da attacchi maliziosi è l’utilizzo di un filtro modello captcha, per separare in ingresso umani e robot e fare regolarmente un backup dei contenuti. Ma non sempre i danni li fanno i robot…
Il punto più debole di un sito web realizzato con wordpress è il modulo di contatto, dove gli utenti inseriscono i loro commenti: la forma più comune di attacco è quella di far esplodere la lista dei commenti con richieste spazzatura e di conseguenza arrivare a congestionare anche la posta in arrivo. L’obiettivo è quello di rendere difficile la separazione tra buoni e cattivi contatti, generando confusione nelle scelte del titolare del sito web. Secondo Stewart questo tipo di attacchi cresceranno nel 2014 e saranno sempre più invasivi nei prossimi anni.
Per proteggersi da questi tipi di attacchi occorre molta pazienza, perché è difficile trovare algoritmi perfetti per separare lo spam dai potenziali clienti – così come nella posta elettronica. Ovvio che i commenti devono essere tutti moderati manualmente, poi con il tempo è possibile incominciare a riconoscere alcuni pattern ricorrenti nello spam:
le domande, ma spesso anche i complimenti fuori luogo,
i link con lunghezze spropositate
un nome associato a un brand oppure a una chiave di ricerca.
Il migliore consiglio per riconoscere un commento genuino lo ha fornito Matt Cutts, alcune settimane fa, in questo video: un commento è affidabile, disse Cutts, solo se appartiene ad un autore verificato da Google (la domanda oggi, però sorge spontanea, con o senza istantanea dei 32 denti dell’autore?!).
Secondo Stewart, un’altra cosa che potrebbe pregiudicare e danneggiare un’attività locale sono le false recensioni negative. Il miglior modo per proteggersi è quello di agire sempre con la massima correttezza, fornendo un buon servizio e chiedendo ai tuoi clienti di fornirti un onesto riscontro.
Segue il video integrale dell’intervista realizzata con Mike Stewart
Tattiche scorrette di local seo
Non tutte le strategie SEO sono strategie di attacco, a volte purtroppo bisogna giocare anche in difesa e potrebbe tornare utile sapere come cavarsela, quando si ricevono attacchi diretti a minare la reputazione del tuo sito, con tecniche ancora più scorrette rispetto alle strategie SEO di Black Hat.
Secondo Mike Stewart di SMB SEO, intervistato da John Rampton di Search Engine Journal, c’è una competizione molto aggressiva nel panorama della ricerca localizzata (local search).
“Con pochi dollari, dice Stewart, è possibile acquistare malware online per infettare un sito realizzato con WordPress: c’è un intero mondo sotterraneo che si dedica a questo tipo di lavoro dove le persone vengono pagate anche pochi spiccioli per attaccare siti web locali”.
Il miglior modo per difendersi da attacchi maliziosi è l’utilizzo di un filtro modello captcha, per separare in ingresso umani e robot e fare regolarmente un backup dei contenuti. Ma non sempre i danni li fanno i robot…
Il punto più debole di un sito web realizzato con wordpress è il modulo di contatto, dove gli utenti inseriscono i loro commenti: la forma più comune di attacco è quella di far esplodere la lista dei commenti con richieste spazzatura e di conseguenza arrivare a congestionare anche la posta in arrivo. L’obiettivo è quello di rendere difficile la separazione tra buoni e cattivi contatti, generando confusione nelle scelte del titolare del sito web. Secondo Stewart questo tipo di attacchi cresceranno nel 2014 e saranno sempre più invasivi nei prossimi anni.
Per proteggersi da questi tipi di attacchi occorre molta pazienza, perché è difficile trovare algoritmi perfetti per separare lo spam dai potenziali clienti – così come nella posta elettronica. Ovvio che i commenti devono essere tutti moderati manualmente, poi con il tempo è possibile incominciare a riconoscere alcuni pattern ricorrenti nello spam:
Il migliore consiglio per riconoscere un commento genuino lo ha fornito Matt Cutts, alcune settimane fa, in questo video: un commento è affidabile, disse Cutts, solo se appartiene ad un autore verificato da Google (la domanda oggi, però sorge spontanea, con o senza istantanea dei 32 denti dell’autore?!).
Secondo Stewart, un’altra cosa che potrebbe pregiudicare e danneggiare un’attività locale sono le false recensioni negative. Il miglior modo per proteggersi è quello di agire sempre con la massima correttezza, fornendo un buon servizio e chiedendo ai tuoi clienti di fornirti un onesto riscontro.
Segue il video integrale dell’intervista realizzata con Mike Stewart
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