
Il link building non è il lavoro più facile per un esperto SEO: non è attraente e nemmeno divertente. E se volete continuare a fare questo tipo di lavoro nel 2014, secondo Chuck Price (Search Engine Watch), non sarà nemmeno economico…
Si tratta indubbiamente di un lavoro lungo e laborioso, ma rimane pur sempre uno degli elementi chiave di una strategia SEO e il link building non morirà presto.
Come dice Price, molte delle teorie su questo funesto presagio sono infatti radicate più nel desiderio e/o nella paura. Paura, forse solo in parte, giustificata da quando l’ultimo aggiornamento del Pinguino ha promesso di penalizzare duramente tutti i siti web coinvolti in schemi fraudolenti di link.
Qualcuno ha pensato che la risposta migliore e la più sicura da fornire al Pinguino fosse di fermare qualsiasi attività di link building: ma si tratta di una cattiva idea.
Questo non lo dicono gli ideatori di truffe colossali, modello AngloRank, Backlink(dot)us o RapGenius. Lo dice un sondaggio tra esperti del settore condotto da moz.org e lo ha ribadito di recente anche Matt Cutts nel corso di un’intervista con Eric Enge.
Il capo della squadra anti-spam di Google, Matt Cutts dice testualmente: “No, non tutta la link building è cattiva. La nostra filosofia è sempre stata questa: se tu fai una cosa che è irresistibile, allora sarà molto più facile trovare gente che ne scriva oppure che ne crei un link. È sbagliato pensare al contrario: chiedere prima un link per poi avere un sito di successo nei risultati della ricerca“.
Inoltre nella stessa intervista Cutts afferma che “i links sono ancora il modo migliore che abbiamo trovato per scoprire quanto una persona possa essere rilevante o importante e forse, nel tempo, anche i social media, l’authorship e altri elementi di marcatura ci daranno ancora più informazioni su questa persona.
Tutto questo significa solo una cosa: il link building è ancora la chiave per ottenere una maggiore visibilità nelle ricerche organiche. Ragione per cui, se il tuo obiettivo è quello di aumentare questa visibilità, devi investire adeguate risorse su questa attività. Forse in futuro peseranno anche i social media e l’authorship, ma al momento – sostiene perentorio Price – e in tutto il 2014 non avranno ancora un peso eccessivo.
Sono cambiate molte cose nel peso dei link con l’algoritmo Hummingbrid: un link non vale come un voto, conta molto di più il contesto e la rilevanza della pagina da cui proviene il link.
Secondo Price è fondamentale distinguere da link scheming e link building: la differenza non è sottile, perché serve per distinguere cosa Google non tollera e cosa invece ritiene positivo.
Ecco quali link Google considera parte di una schema:
- Acquisto o vendita di link per aumentare il PageRank. Ciò include lo scambio di denaro in relazione a link o post che contengono link, lo scambio di beni o servizi in relazione a link o l’invio a qualcuno di un prodotto “gratuito” in cambio di una recensione positiva e dell’inclusione di un link.
- Scambio eccessivo di link (“Collegati a me e io mi collego a te”) o creazione di pagine partner esclusivamente per lo scambio di link.
- Campagne di marketing di articoli o di pubblicazione degli ospiti su larga scala con link attraverso anchor text pieni di parole chiave.
- Utilizzo di programmi o servizi automatizzati per creare link al tuo sito
- Pubblicità in formato testo per aumentare la classificazione PageRank
- Link di siti di directory o segnalibri di bassa qualità
- Commenti nei forum con link ottimizzati nel post o nella firma
3 Modi sicuri per costruire link nel 2014:
- Concentra i tuoi sforzi nell’acquisizione di link che siano forniti in modo genuino da editori, da cui si è ottenuto un intervento di approvazione oppure un endorsement per meriti reali.
- Costruisci link che siano rilevanti, su pagine i cui lettori potrebbero avere un reale interesse per i contenuti del tuo sito.
- La qualità trionfa sulla quantità: pochi link da siti web autorevoli e affidabili hanno un impatto maggiore di centinaia di link ottenuti con il guest blogging.
Non ci sono scorciatoie, questo è vero: ma è il processo giusto su cui investire (soprattutto in termini di tempo) e per smettere di avere paura della Mietitrice di Google. Ma in inglese suona meglio la parafrasi della celebre canzone: Don’t fear the Google Reaper…
2 risposte
Facciamo link building in questo modo da 2 anni ormai ma c’è dell’altro te lo assicuro 🙂
Ciao Ivano, ho letto il vostro blog e mi sembra lavoriate in modo interessante… ;)) Se vuoi aggiungere qualcosa, sei il benvenuto!
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