
(prima parte) – I motori di ricerca giudicano il valore del contenuto. Benché la valutazione generale dipenda anche da altri fattori, tra cui la link analysis, i motori di ricerca possono trarre alcune conclusioni anche da quello che “vedono” sulla pagina.
I crawlers e gli indicizzatori sono di base programmi (softwares) ed eseguono istruzioni automatiche, ma meccaniche. Sono programmi straordinariamente potenti. Attraversano miliardi di pagine web, ne analizzano il contenuto e il modo in cui sono collegate, per poi raccoglierle in un database che possa fornire una risposta alla richiesta dell’utente con un insieme altamente selezionato di risultati, in un decimo di secondo.
Un traguardo affascinante, ma con alcune limitazioni. Il programma esegue operazioni meccaniche e può comprendere solo alcune porzioni di una pagina web. Il crawler analizza solo la parte cruda dell’HTML.
Qui a lato potete vedere qualcosa di simile. Ogni browser permette di visualizzare il codice sorgente di una pagina web: ovvero il codice esattamente come è stato inviato dal web server al browser. Questo è quello che vede il crawler di un motore di ricerca. Il crawler ne ignora una buona parte, soprattutto quella che non ha nulla a che fare con il contenuto di una pagina, e privilegia la parte interna ai tag per determinare il contenuto unico di una pagina.
In aggiunta, i motori di ricerca leggono qualche altro elemento. Uno di questi è il titolo della pagina (title). Il titolo della pagina è uno dei fattori più importanti nel posizionamento della pagina: è il testo che viene mostrato nella barra del titolo del browser (la barra blu sopra ai menu e alla barra dell’indirizzo). Inoltre il contenuto del tag title è spesso usato (ma non sempre) come il titolo di ciascuna voce dei risultati di una ricerca.
Su questo, le uniche eccezioni possono verificarsi quando si ottiene l’indicizzazione nelle directories di Yahoo o DMoz e in questo caso i motori di ricerca potrebbero scegliere di usare il titolo della pagina che è stato attribuito da queste directories, al posto del contenuto del tag title. Per ovviare il problema esistono due meta tag come NOODP e NOYDIR, che servono per impedire al motore di ricerca di utilizzare altri titoli, eccetto quello impostato nella pagina.
L’immagine di lato dimostra l’importanza del titolo di una pagina e di come, questo, si combini quasi esattamente con i termini di una ricerca.
Oltre all’elemento title, i motori di ricerca leggerebbero anche il meta “keywords”, ovvero un tag che permette di inserire una lista di parole chiave da associare alla pagina. Qui il condizionale è d’obbligo, perchè il valore di questo tag si è perso ormai nella notte dei tempi: gli spammers (ovvero coloro che tentano di manipolare i risultati di un motore di ricerca, in violazione delle linee guida fornite dai motori di ricerca) lo hanno reso, in pratica, insignificante.
I motori di ricerca leggono inoltre un altro meta tag: il meta “description”. Nonostante non sia di alcuna influenza per il posizionamento, gioca un ruolo importante nella lista dei risultati di una ricerca: il suo contenuto è spesso utilizzato come descrizione della pagina nei risultati della ricerca. Per questo motivo una descrizione ben scritta può avere un’influenza significativa su quanti clicks si ricevono dai risultati della ricerca.
Un quarto e ultimo elemento che i motori di ricerca leggono è l’attributo ALT per le immagini. Questo attributo era originariamente inteso per consentire di restituire qualcosa quando la visualizzazione dell’immagine non fosse possibile. Il suo utilizzo è ancora valido per venire incontro alle persone con problemi di vista e con dispositivi di lettura schermo e per tutti quelli che disabilitano le immagini sul browser per una navigazione più veloce.
Dal punto di vista del motore di ricerca è rilevante, perché lo aiuta a determinare l’argomento di un’immagine e quindi a raccogliere maggiori informazioni sul contenuto più generale di tutta la pagina.