
Atterrare su una pagina che non è supportata sul tuo device è una scocciatura: che tu abbia abbandonato o no l’utilizzo di Abobe Flash, questo non è mai stato supportato dai dispositivi con iOS e da quelli con Android (dalla versione 4.1 in su).
Per eliminare il fastidio, Google ha deciso di aggiungere nel frammento dei risultati (lo chiameremo “poor snippet”), un avviso sui problemi di visualizzazione che si possono verificare sul tuo dispositivo.
L’immagine in evidenza mostra uno di questi messaggi, così come sono stati presentati ufficialmente ieri l’altro sul blog ufficiale di Google Webmaster Central.
Ma il post di Google non è solo l’occasione per rispolverare un vecchio nemico della “buona” società del web…
Dopo quasi cinque anni, dall’introduzione dei primi concetti di responsive design (ricordate Ethan Marcotte?), Google decide di abbracciarne completamente i principi a partire (non si sa perchè) dall’utilizzo di HTML5, per fare in modo di avere una tecnologia universalmente supportata (sigh).
È assolutamente vero che HTML5 è diventato uno standard de facto, superando (e anche ribaltando) le pastoie e il gioco a scacchi tra multinazionali all’interno del W3C: ma affermare che sia uno standard universale suona un po’ presupponente…
Anyway, Google introduce la sua scuola per il web: questa in fondo è una buona notizia (basta con la fuffa dei nuovi test, ma top secret pe i quality raters). Nel post ha annunciato due nuove risorse che permetteranno ai webmaster (li chiama ancora così, :D) di “costruire siti che funzionino su tutti i tipi di dispositivi”:
Fondamenti di web e Web Starter Kit: un insieme di migliori pratiche “moderne” e un framework che le supporta per poter effettuare test ed esperimenti.
La prima guida, assicura BigG, contiene risorse e “best practice” da usare per costruire un progetto di responsive design: oltre all’utilizzo di questa tecnica (quella più raccomandata per creare un sito search-friendly), Google raccomanda di non bloccare porzioni di pagina come blocchi CSS, Javascript e le immagini, attraverso un file robots.txt o mezzi simili.
Al contrario di quello che si è sempre creduto (verità smascherata di recente con l’avvento di Google Panda 4.0), il crawler vede e legge queste porzioni e, per quanto riguarda il CSS lo utilizza proprio per rilevare la presenza di media query e attribuirgli un trattamento di riguardo.
Per verificare se il tuo sito è stato sviluppato correttamente, puoi utilizzare lo strumento aggiunto di recente nelle GWT (Google Webmaster Tools): lo strumento “recupera e visualizza” ti permette di testare come il crewler di Google vede il tuo sito e come lo renderizza sul dispositivo in questione.