
Attenzione all’abuso di dati strutturati e microdata sulle tue pagine web!
Google, dopo aver incentivato l’utilizzo dei tag semantici di schema.org per arricchire il contenuto dei tuoi documenti e agevolare la ricerca per intento e significato (c.d. ricerca semantica), comincia a ritirare il braccio e a inviare segnalazioni di “azioni manuali” quando il loro utilizzo entra in conflitto con quanto prescritto dalle linee guida ufficiali.
È Barry Schwartz (Search Engine Land), il primo a far rimbalzare la notizia ai quattro angoli del pianeta: “Google”, dice Schwartz, “ha iniziato a inviare un nuovo tipo di notifica di azione manuale per spammy structured markup, meglio noto anche come “rich snippet spam“.
Secondo Schwartz si tratta di un nuovo segnale da parte di BigG, per alzare più in alto l’asticella dei requisiti per apparire nei risultati di una ricerca con una “descrizione arricchita” dai dati strutturati”.
Ecco il testo del messaggio che anche tu potresti ricevere:
Spam nei dati stutturati
Sembra che il markup di alcune pagine su questo sito utilizzi tecniche come il markup di un contenuto che è invisibile all’utente, il markup di un contenuto irrilevante o fuorviante, e/o altri comportamenti manipolativi che violano le linee guida per la Qualità delle Rich Snippet di Google.
Di fatto sembra essere la prima volta per questa azione manuale: Schwartz fa notare che questa azione non compare nella lista delle possibili azioni manuali di Google citate nelle linee guida per i webmaster.
Quello che è certo, però è che le linee guida sulle Rich Snippet sono molto chiare a proposito di abusi e di azioni manuali: questo è ciò che scrive Google:
Benché i rich snippet vengano generati tramite algoritmi, ci riserviamo il diritto di intraprendere azioni manuali (ad esempio di disabilitare i rich snippet relativi a un sito specifico) nei casi in cui vengano rilevati utilizzi illeciti, inganni o altre azioni che incidono sull’esperienza di ricerca dei nostri utenti. In particolare, devi evitare di:
1) Sottoporre a markup contenuti che non sono in alcun modo visibili per gli utenti.
2) Sottoporre a markup contenuti non pertinenti o fuorvianti, come recensioni fittizie o contenuti estranei all’argomento di una pagina.Le presenti istruzioni sulla qualità illustrano le forme più comuni di comportamento ingannevole o a scopo di manipolazione; Google, tuttavia, potrebbe rispondere in maniera negativa ad altri comportamenti ingannevoli non elencati nel presente documento. Non è consigliabile supporre che Google approvi una pagina solo perché in essa non sono state utilizzate tecniche ingannevoli. Consigliamo vivamente ai webmaster di concentrarsi sull’offerta di un’ottima esperienza utente invece di dedicarsi a cercare scappatoie.
Il segnale è chiaro, ma non si tratta dell’apocalisse delle rich snippet. Se vuoi fare in modo che Google mostri ancora le foto delle tue ricette, i tempi di cottura, ma anche le foto e i prezzi del tuo store on line nelle pagine dei risultati, devi seguire questi piccoli accorgimenti:
1) Non utilizzare l’elemento meta per definire delle proprietà che non sono visibili agli utenti. Un esempio su tutti: non ha senso inventarsi un rating inesistente (es:<meta itemprop="ratingValue" content="5" />
) se il tuo sito non ha nessuno strumento per la raccolta dei feedback e dei giudizi.
L’elemento meta serve solo per descrivere contenuti con un tipo di dato particolare, ad esempio date e orari, che la sintassi di schema.org vuole in un formato non direttamente comprensibile per l’utente finale.
2) I tag semantici servono a descrivere il contenuto unico di ogni pagina: non ha senso utilizzarli in homepage o comunque in modo ridondante su qualunque lista di articoli o di rimandi ad altri contenuti. Utilizzali solo nelle pagine interne (un prodotto >> uno schema) e solo (ed esclusivamente) se sono utili per arricchire l’esperienza dell’utente. Puoi trovare a questo link un’interessante discussione sui forum di Google.
Una risposta.
Bello davvero questo articolo. Grazie.
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