
Prima le bastonate e poi una carota… una gustosissima carota!
Se scopri che qualcuno sta copiando i tuoi contenuti e che questi ottengono, quasi spudoratamente, risultati migliori sulle SERP rispetto ai tuoi, puoi fare di meglio che compiangerti o buttarla nel solito pippone a proposito di etica o buona educazione sul web.
Il “raschietto” di Google è uno strumento semplice e immediato che potrebbe aiutarti a riprendere il controllo dei tuoi contenuti.
Si tratta di Google Scraper Report e Matt Cutts, capo della Search Spam di Google, lo ha presentato cinguettante, appena ieri.
Lo strumento è un form abbastanza banale con tre campi da compilare, tutti obbligatori:
1) l’URL del tuo sito (ovvero dove si trova il contenuto che è stato copiato).
2) l’URL del sito scraper (dove si trova il contenuto incriminato).
3) l’URL della pagina dei risultati di Google che dimostri il problema.
Per poter inviare una segnalazione è necessario avere una fedina penale pulita ergo, secondo il casellario giudiziario di Mountain View, dichiarare che il sito segue le Linee Guida di Google per i webmaster e che non sia stato colpito da un’azione manuale anti-spam.
Secondo Danny Sullivan (Search Engine Land), il modulo di Google Scraper Report non promette nessuna correzione immediata e nemmeno nel lungo termine.
Piuttosto, dice Sullivan, “si limita a chiedere alle persone di condividere gli URL dei loro contenuti originali, quelli dei contenuti copiati e i risultati che hanno innescato il sorpasso”.
Google dispone già di un sistema per la tutela del copyright, perfettamente in linea con il Digital Millenium Copyright Act (DMCA) e attraverso il quale le persone possono chiedere la rimozione di contenuti in violazione del DMCA.
Secondo Sullivan, lo Scraper non è solo uno strumento di supporto per la richiesta di rimozione dei contenuti: in realtà è uno strumento che nasce per rilevare situazioni di spam, più che violazioni di legge. D’altra parte la presentazione non è avvenuta nell’ufficio legale di Mountain View, ma attraverso il profilo twitter del capo in persona della squadra anti-spam (che è anche, per tutto il mondo SEO, il vero uomo immagine di Google).
Il fatto che Google Scraper abbia un ventaglio di intervento più ampio potrebbe portare anche alla rilevazione di falsi positivi: ovvero qualcuno potrebbe venire segnalato come “raschiatore”, nonostante sia l’effettivo titolare dei diritti d’autore. Pensate alla pubblicazione sul web di stralci inediti di libri, riviste o altro materiale editoriale: l’editore potrebbe averlo già pubblicato su carta, ma non averlo mai pubblicato (per scelta) on-line…
Ma secondo Sullivan, questo problema è decisamente inferiore rispetto alla mole di contenuto “raschiato” pubblicato sul web: rimuoverlo se viene giudicato spam, potrebbe permettere a Google di risolvere il problema con il buon senso piuttosto che con gli avvocati.
Nessuno comunque può dire se Google utilizzerà o meno questo strumento per intraprendere azioni manuali: stai già pensando a come potresti utilizzare questo strumento contro il tuo peggior nemico?
Beh… allora qualche piccolo difetto nell’etica, ce l’hai anche tu…