
Ancora una volta i guest blogger ritornano sullo spiedo.
È passato poco più di un mese dall’ultima uscita di Matt Cutts sul guest blogging, dove già aveva provocato qualche malumore, ma le sue ultime dichiarazioni, apparse ieri sul suo blog e sulla stessa linea di quelle precedenti, hanno suscitato reazioni smodate in tutto il web.
Per chi non lo sapesse, il guest blogging è quella pratica che consiste nel postare contenuti su siti di altri. In cambio si ottengono link di ritorno al proprio sito, che aiutano a migliorarne il posizionamento su Google. Molte aziende hanno iniziato a collaborare con i guest bloggers proprio per aumentare i backlink e come scorciatoia per il link building: gli scrittori vengono pagati per parlare di prodotti/servizi, l’azienda ottiene in cambio link che portano nuovi visitatori e la aiutano a posizionarsi nei risultati della ricerca.
Peccato che proprio ieri Matt Cutts sia stato molto più chiaro del solito a proposito del guest blogging “a pagamento” con il scopo di ottenere visibilità.
“Okay, te lo sto dicendo”, scrive quasi puntando il dito il capo della squadra Anti-Spam di Google, “se stai usando il guest blogging come un modo per ottenere link nel 2014, probabilmente dovresti smetterla. Perché? Perché col tempo questa pratica è diventata spam e se fai molto guest blogging allora significa che sei in cattiva compagnia”.
“Quindi mettici una pietra sopra: il guest blogging è morto perchè è diventato soprattutto spam. In generale non ti consiglio di accettare un post di un guest blogger a meno che tu non possa garantire per lui o non lo conosca molto bene. Allo stesso modo, non ti consiglio di basarti sul guest posting, i siti di guest blogging o il guest blogging SEO come strategia di link building”, ha aggiunto Cutts.
È quindi l’ora per blogger / giornalisti / copywriter freelance e tutti coloro che collaboravano come guest bloggers di cercare un’altra occupazione? Per fortuna, non proprio.
A seguito dei centinaia di commenti ricevuti, Cutts ha aggiunto una nota al suo post, dicendo che “Ci sono ancora molte buone ragioni per fare guest blogging (visibilità, branding, maggiore raggiungibilità, community, etc.). Queste motivazioni esistevano già prima di Google e continueranno ad esistere nel futuro. E certamente ci sono dei fantastici guest-bloggers di qualità là fuori. Ho cambiato il titolo di questo post (da “Matt Cutts: Gadgets, Google” a “Matt Cutts: Gadgets, Google, and SEO”, ndT) per rendere più chiaro che sto parlando del guest blogging finalizzato al SEO.”
Adesso è più chiaro cosa vuol dire Cutts. Il guest blogging non è morto, anzi, può essere davvero una buona fonte di link, a patto che tu sia in grado di creare contenuti interessanti, capaci di attirare attenzione. Con il prossimo aggiornamento dell’algoritmo sarai penalizzato se scriverai pensando solo ai link, ma se proponi contenuti di qualità, insegnerai qualcosa di nuovo ed entrerai a fare parte di, oppure svilupperai una nuova community.
Stesso discorso per le aziende: se vuoi che qualcuno scriva per te, non è meglio che produca buoni contenuti e sia una persona credibile? C’è in ballo la tua reputazione e non è il caso di accettare contenuti-spazzatura o autori poco attendibili sul tuo blog o sito. Nei casi più gravi, contenuti di scarsa qualità o non controllati a sufficienza (per esempio denigratori verso terze persone) possono anche portare in tribunale e compromettere l’immagine stessa dell’azienda.
E se le ultime dichiarazioni di Cutts hanno scosso gran parte del web c’è anche chi le paragona alla scoperta dell’acqua calda, come Joost de Valk, creatore di Yoast.com. In un suo recente post dice: “Non avevo bisogno di Matt per sapere che è meglio lavorare solo con i guest blogger che si conoscono bene: l’ho sempre dato per scontato, dovrebbe essere normale se rispetto il brand per cui lavoro”. E aggiunge che “Ai fini della SEO, il link building non è più importante di una buona strategia di marketing”.
E tu cosa ne pensi? Farai fatica a dormire dopo le ultime parole di Matt Cutts o come Joost de Valk non le consideri nulla di sconvolgente? Noi una risposta ce l’abbiamo già: perché non ospitare un dibattito tra blogger, sul guest blogging, con diversi post di questo blog… Sei d’accordo?
Una risposta.
Io conosco il guest posting, diciamo così, solo in teoria, poiché ancora non ho mai fatto né il guest blogger né ho mai ospitato articoli altrui nel mio blog, anche se ho in progetto di farlo, benché ancora sia solo un’idea e niente più. Sicuramente, più in là nel tempo, anch’io proverò in prima persona a cimentarmi nel guest posting, anche a fini SEO naturalmente. In questi giorni, sto leggendo svariati articoli che parlano degli ultimi interventi di Matt Cutts, ma io penso che alla fine non abbia detto nulla di nuovo, nel senso che ciò che dice lui costituisce da sempre le fondamenta del vero guest blogging! Articoli di qualità, interventi utili per i lettori, creazione di valore, ecc… sono secondo me punti fermi per il normale blogging, così come per il guest posting. Direi che più che altro, l’intervento di Matt Cutts è servito da ammonizione per coloro che pensano solo alla creazione di un backlink verso il proprio sito, senza pensare invece all’importanza primaria del contenuto! E quindi, proprio per questo, ha fatto bene a puntualizzare la cosa, in maniera da dare un giro di vite a comportamenti poco professionali e poco seri!
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