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I backlinks perderanno importanza nell’algoritmo di Google: nuove dichiarazioni shock di Matt Cutts

Cosa succederà su Google nei prossimi mesi?
L'algortimo di Google abbandona i backlink?

L’algortimo di Google abbandona i backlink?

La questione è topica: una delle basi dell’algoritmo di Google, dalla fine degli anni ’90 è stata l’importanza attribuita ai link rispetto al contenuto.

Ma nel corso degli ultimi anni, complici gli spammer e tutti coloro che hanno cercato di forzare l’influenza dei loro contenuti, attraverso link non naturali, il cuore dell’algortitmo di posizionamento di Google sembra essersi spostato dalla parte dei contenuti e della loro qualità.

La domanda di Leah (New York) a cui risponde Matt Cutt, capo della Search Spam di Google, va dritta al cuore del problema:

Google ha cambiato il mercato dei motori di ricerca negli anni ’90 valutando un sito web attraverso i suoi backlink, invece che il solo contenuto, come facevano gli altri. Aggiornamenti come il Panda e il Pinguino hanno mostrato uno spostamento in favore dei contenuti. I backlinks perderanno la loro importanza?

Nella prima parte della risposta Cutts cerca di rassicurare il suo pubblico SEO, dicendo che i backlinks avranno ancora molti anni di vita, ma subito dopo ammette che tutti gli sforzi di Google sono orientati a valutare se una determinata pagina web incontri o meno tutte le aspettative di un utente esperto.

Al momento gli ingegneri di BigG cercano di ottenere questo risultato attraverso i link che puntano ad una pagina, la reputazione di un sito e delle sue pagine e la qualità dei contenuti di una pagina in particolare (ovvero quella su cui atterra l’utente di un motore di ricerca).

La qualità, secondo Cutts, proviene dall’importanza di un autore in un determinato campo: l’obiettivo principale e attuale di Google, dice, è quello di migliorare la comprensione del linguaggio naturale. Il linguaggio naturale è quello utilizzato dagli utenti di una ricerca ed è la comprensione di questo che potrebbe aiutare Google a capire se un autore è un esperto rispetto all’oggetto della query, combinandolo con i contenuti che scrive.

Sarebbe più facile, ammette se fossero gli stessi utenti della ricerca a citare autori esperti nel loro campo, ma, in mancanza di questo, gli sforzi di Google sono orientati a rafforzare la cosiddetta Conversational Search, proprio per migliorare la comprensione della query e superando le parole chiave di cui potrebbe essere ricca.

Nel momento in cui Google comprenderà meglio le domande poste da un utente esperto, dice Cutts, sarà anche in grado di trovare combinazioni migliori per le sue query e riposte migliori.

Quindi sul finale, dopo aver aperto la dissertazione dicendo che i backlink dureranno ancora per molti anni, conclude il tutto con un cambio di aggettivo: secondo Cutts i backlink saranno usati ancora per pochi anni per determinare la reputazione di un sito web.

Nei prossimi anni, quindi Google cambierà passo e si baserà sempre meno sui links nel processo di valutazione di una reputazione: saranno le query degli utenti a determinare chi merita l’aureola di autore e chi no
Si ritorna ai contenuti oppure di tratta di un modo tutto nuovo per valutare l’importanza di una pagina web?

Su questo Cutts non offre molti spunti (non è troppo chiaro infatti su come saranno riconosciute le query di utenti esperti dalle query a basso QI), ma il video che segue farà molto discutere il mondo SEO: Cutts dice, senza tanti giri di parole che, sicuramente i link perderanno la loro importanza!