
(Prima parte)
Le fonti dei contenuti
La qualità e il volume del vostro contenuto saranno un termometro essenziale per una campagna massiccia di raccolta link.
Se il tuo contenuto è di qualità media e copre le stesse informazioni che dozzine di altri siti hanno già coperto, non potrà mai attrarre molti link.
Se, invece, pubblichi contenuto di qualità oppure distribuisci notizie (nel senso giornalistico del termine), potresti essere essere più adatto a ricevere link esterni.
All’inizio di ogni campagna SEO dovresti analizzare con attenzione il contenuto presente sul sito (o quello da produrre per il completo remake) e cercare fonti disponibili per poter sviluppare nuovo contenuto con una certa frequenza.
Le fonti dovranno combinarsi o essere attinenti dal punto di visto semantico (di significato) con le keywords abbinate alla vostra campagna e ai vostri piani di link-building.
Le fonti servono, ovviamente, a generare contenuto originale e unico (come le agenzie di stampa rispetto ai quotidiani) e in una determinata lingua di ricerca: se il contenuto ha sempre queste qualità ed è frequentemente aggiornato si possono ottenere i migliori risultati.
Alcune considerazioni sul brand marketing
Con alcuni clienti bisogna subito sgombrare il terreno dalle possibili insidie di una campagna SEO legata a un particolare marchio. In particolare quando la preoccupazione principale di una società è quella di recuperare una reputazione on line.
Da questo punto di vista i motori di ricerca non hanno mostrato nel tempo una grande sensibilità: essendo il crawler dominato da un algoritmo, piuttosto che da un cervello umano, ha sempre permesso qualsiasi accostamento semantico legato a un particolare brand, considerando la quantità e la qualità dei link che lo favorivano.
A rimetterci, qualche anno fa, fu anche il noto brand politico dell’ex presidente degli Stati Uniti, G.W. Bush, che – per un breve periodo – compariva nella prima posizione dei risultati della query “grandissimo s*****o”.
Qui possiamo vedere un esempio più recente, dove alcuni modelli di marchi automobilistici italiani non brillano per migliore reputazione.
Solo con l’avvento del Pinguino, noto congelatore di spam, la tendenza si è ridotta e, in tempi ancora più recenti, Google ha messo a disposizione uno strumento (Google Disavow Tool) per la richiesta di rimozione di link sgraditi.
Ragione per cui, prima di avventurarsi in imprese impossibili – o fin troppo facili (a seconda della potenza del brand), è consigliabile un tagliando direttamente sulle Google Webmaster Tools.
La concorrenza
La tua strategia SEO deve essere influenzata anche dalle strategie dei tuoi concorrenti: per cui comprendere cosa loro stiano facendo è un altro fattore chiave SEO e per una strategia più ampia di business intelligence. Ci sono diversi scenari che potresti incontrare:
– la concorrenza potrebbe scoprire un insieme di parole chiave, unico e con un altro tasso di conversione,
– la concorrenza potrebbe scoprire un nuovo link adatto e di alto valore,
– la concorrenza ha già saturato il segmento di mercato e giustifica la ricerca di altri obiettivi,
– i punti di debolezza che si mostrano nella strategia del tuo concorrente, potrebbero fornirti opportunità da sfruttare.
Studiare i punti di forza e di debolezza della tua concorrenza attraverso una prospettiva SEO rappresenta la parte più importante dell’intera strategia SEO.