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Come imparare dagli errori nella tua strategia di link building

Correlazioni SEO Link building
Link building: lezioni dagli errori

Link building: lezioni dagli errori

Non sempre le tue campagne di link building si traducono in azioni di successo, anzi spesso perdi per strada molte opportunità di “costruire” link.

Secondo Julie Joyce (Search Engine Land) il metodo migliore per raggiungere i nostri obiettivi è ancora la proposta per email, ma non sempre si ottengono risultati e spesso la risposta è un no secco…
Secondo Joyce non puoi lasciare perdere o, almeno, non puoi evitare di indagare sui motivi del rifiuto: in primo luogo chiedendo ai diretti interessati perché non hanno preso in considerazione il tuo link.

Potresti essere fortunato e ottenere una risposta… in alternativa ecco alcune buone domande, suggerite da Joyce, per esaminare il tuo lavoro e cercare di capire dove siano sorti i problemi.

Prima di tutto rileggi la proposta che hai scritto e poi chiediti:

Ho inviato le email ad un profilo appropriato di utente? Il tuo sito ha contenuti rilevanti per i loro siti? La tua proposta ha contenuti che possono rappresentare una violazione delle loro linee guida sulla pubblicità? Il sito a cui hai chiesto un link appartiene a un tuo competitor?

Ecco alcuni motivi abbastanza comuni di rifiuto:

1) “Google odia i link”

Molti webmaster interpretano in modo troppo restrittivo le linee guida di Google sui link. Joyce usa termini anche più forti e sostiene che non ha senso perdere tempo a parlamentare con chi non conosce bene il campo del link building.

Personalmente non sarei così brusco: una buona formazione è indispensabile e, se il link a cui tendete è importante, perdere qualche minuto del tuo tempo a spiegare cosa Google intende esattamente per paid link, link farm, link scheming, etc., potrebbe tradursi a tuo vantaggio.

2) “Sono già stato penalizzato e non darò più un link a nessuno!”

Lui/lei potrebbe non avere torto: un viaggio di andata e ritorno (ultimamente solo andata) nell’inferno del Pinguino non è una gita a Gardaland…
Inoltre, pensaci bene, ti sta facendo un immenso favore: vorresti un link da un sito che è stato penalizzato?!

Qui l’opportunità non è nel link building, ma – forse – in un nuovo cliente, se riuscirai a fargli capire come tornare a brillare nelle SERP, aggiungendo così un nuovo adepto alla causa del “ritorno del Pinguino”…

3) “Non è un contenuto adatto per i miei lettori”

Qui è probabile che il webmaster abbia ragione e ti debba fidare, ma – secondo Joyce – dovresti spingerti un po’ oltre e verificare per quale motivo hai preso in considerazione un sito web non rilevante con i tuoi contenuti.

Evita di inviare la proposta di link utilizzando invii massivi e senza filtrare in modo manuale destinatari e loro profili: il modo migliore per selezionare i possibili candidati è quello di individuarli e studiarli uno per uno, senza algoritmi di sorta.

4) “Ho già questo contenuto (oppure compete con il mio)”

Anche questo è un segnale che mette in luce la tua improvvisazione… Hai letto con attenzione il contenuto di quel sito?

Non puoi creare un link su un contenuto identico o sostanzialmente simile (keywords incluse): il link deve portare ad un argomento correlato, che aggiunga valore o informazioni rilevanti al contenuto pubblicato.

5) “Non puoi permettertelo!”

Risposta ambigua che potrebbe significare due cose: il webmaster che abbiamo raggiunto sopravvaluta le potenzialità dei suoi contenuti oppure trema al solo pensiero di trovarsi penalizzato per un link cattivo…

Nel primo caso si può lasciare il pavone solo nella sua radura, nel secondo vale il punto 1). Perdi un minuto a spiegare chi vince e chi perde nel “gioco dei link” e, se non guadagnerai un link, avrai portato dalla parte della “buona seo” un altro webmaster smarrito.

E tu quali altre cose hai imparato dai tuoi errori nel link building?