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Matt Cutts: se aumenti le pagine non migliora il posizionamento del sito

Il PageRank è tornato!
Il PageRank è tornato!

Il PageRank è tornato!

L’angolo del caffè è sempre lo stesso, la bicicletta non c’è più (forse è arrivato a piedi).
Matt Cutts, capo della squadra anti-spam di Google, sorride e risponde alla domanda di Leah, banale – ma non troppo:

“Un sito può acquisire un posizionamento migliore se ha una grande quantità di pagine indicizzate ?”

La risposta di Cutts è secca, ma aggiunge particolari interessanti per l’orecchio di un buon consulente SEO.

“Il fatto che tu abbia una grande quantità di pagine indicizzate, non giustifica che tu acquisisca automaticamente un posizionamento più alto. Non c’è una relazione diretta.”

“Avere più pagine – continua poi – significa al massimo avere maggiori possibilità di posizionarsi su keywords differenti. Inoltre, avere più pagine significa avere più chance di raccogliere links e PageRank, che hanno un impatto diretto sui vostri posizionamenti. Ma ricordate che comunque il numero delle pagine di un sito web non porta direttamente alcun beneficio sul posizionamento”.

Poche parole, semplici ma di impatto.

Dietro la risposta due fondamenti della Searcher Engine Optimization.

1) Ogni pagina è un documento a se, che porta informazioni diverse e che sarebbe deleterio duplicare => Ogni pagina merita di posizionarsi per i suoi contenuti e quindi per rispondere a keywords specifiche.
2) Avete sentito bene? La parola PageRank esiste ed è associata, senza equivoci, ai link ricevuti dall’esterno! Solo poche settimane fa, lo stesso Matt Cutts, aveva invitato tutti a farsi una passeggiata, piuttosto che rosicare nel tentativo di rovesciare la struttura (reverse engineering) dell’algoritmo di Google.
Ora, invece decide di lanciare un sasso diverso nello stagno: vanno bene i segnali sociali, ok le informazioni precise e puntuali, ma se dobbiamo decidere cosa è rilevante e cosa no, il PageRank rimane il pilastro.

Chiamatelo link building oppure link earning (se ve li siete sudati), ma i percorsi del crawler rimangono rilevanti anche nell’era del Pinguino. Se più ragni arrivano sullo stesso contenuto, perché indirizzati in modo autorevole e coerente da diversi collegamenti, quel contenuto diventa più rilevante nei risultati di una ricerca.
Ovvio che non si parla di tornare a inondare di spam qualsiasi portale o directories con puzza di fritto e insegne penzolanti: si tratta di impostare una strategia di contenuti che miri, da un lato a soddisfare le esigenze di informazione del vostro pubblico e, dall’altro a ricevere attenzioni da altri blog, websites di contenuto simile oppure in-topic.