Passeresti un giorno della tua vita insieme a Matt Cutts, capo guerriero della squadra anti-spam di Google ?
Ti piacerebbe osservarlo mentre dirige ingegneri dedicati agli algoritmi e cacciatori manuali intenti a setacciare le SERP, come l’oro nel Klondike ?
Ti piacerebbe, lo so… anche solo per dare un’occhiata alle gabbie dello zoo…
Se non resisti a queste tentazioni e non vuoi perderti l’occasione di “un giorno nella vita di un cacciatore di spam”, mettiti comodo qualche minuto. Il tour è virtuale e, se non paghi il biglietto, non ti spediranno a pulire le gabbie…
Al di là di facili ironie, quello che emerge dall’ultimo video di Cutts, è uno spaccato molto interessante sulle attività che vengono svolte a Mountain View, nel tentativo di combattere lo spam che invade i risultati di Google.
Cutt comincia ricordando che la sua squadra (WebSpam) è composta sia da esseri umani, che combattono lo spam manualmente, che da ingegneri (quindi meno umani), che scrivono algoritmi per combattere lo spam. Lo stesso Cutts ha fatto per molti anni parte del gruppo degli “esseri umani”: il loro lavoro, dice, è un mix di processi reattivi e proattivi.
Prima di tutto “lo spam richiede una reazione”: i cacciatori di Google ricevono segnalazioni, indicazioni, a volte report dettagliati sulle attività mirate a infestare i risultati di una ricerca. Il loro lavoro consiste nell’indagare, verificarne l’esistenza e poi ripulire i risultati che non sono genuini.
“I migliori cacciatori che ho conosciuto”, dice Cutts, “sono quelli che hanno saputo innescare anche dei processi proattivi“: ovvero sono stati in grado di riconoscere le tecniche utilizzate, le ricorrenze e hanno aiutato la squadra degli ingegneri a trovare una soluzione algoritmica per risolvere alcuni problemi alla radice (vedi Panda, Pinguino, EMD).
La giornata tipo dell’ingegnere semi-umano è invece a schiena bassa sul codice, per scrivere e testare nuove proposte: come ogni buon analista/programmatore è in grado di scrivere un algoritmo e di eseguire esperimenti per vedere se funziona bene oppure se deve essere migliorato.
“Ogni volta che viene sviluppato un nuovo sistema per combattere lo spam”, racconta Cutts, “la squadra dei cacciatori torna indietro (nel tempo) per capire quali vecchi algoritmi non sono più necessari.
Insomma mentre la giornata di un ingegnere è triste e grigia, passata davanti a routines e a processi che si ripetono, il giorno del guerriero a mani nude sembra essere molto più entusiasmante.
Anche l’ingegnere ha i suoi problemi, infatti l’evoluzione continua del panorama dello spam mette a dura prova anche le sue rigide schedule. Ma il cacciatore ha di fronte, ogni giorno, un problema diverso come: rispondere a reclami e ad attacchi oppure prestare “la massima attenzione ai feedback dagli utenti”.
Su questo punto Cutts è chiarissimo: “la nostra squadra, dice, prende in seria considerazione tutti i feedback che riceve, perché se un problema viene percepito anche da una sola persona, potrebbe esserlo anche per molti e – se questo è il caso – vogliamo risolverlo”.
“È tutto molto divertente”, ammette compiaciuto Cutts ed è con il sorriso sulle labbra che lancia il messaggio chiave di tutto il simpatico quadretto di famiglia: Google ha una struttura dinamica, pronta a recepire riscontri dall’esterno, ma pronta – soprattutto – per continuare a combattere lo spam di qui all’eternità.
A caccia di spam con Matt Cutts
Passeresti un giorno della tua vita insieme a Matt Cutts, capo guerriero della squadra anti-spam di Google ?
Ti piacerebbe osservarlo mentre dirige ingegneri dedicati agli algoritmi e cacciatori manuali intenti a setacciare le SERP, come l’oro nel Klondike ?
Ti piacerebbe, lo so… anche solo per dare un’occhiata alle gabbie dello zoo…
Se non resisti a queste tentazioni e non vuoi perderti l’occasione di “un giorno nella vita di un cacciatore di spam”, mettiti comodo qualche minuto. Il tour è virtuale e, se non paghi il biglietto, non ti spediranno a pulire le gabbie…
Al di là di facili ironie, quello che emerge dall’ultimo video di Cutts, è uno spaccato molto interessante sulle attività che vengono svolte a Mountain View, nel tentativo di combattere lo spam che invade i risultati di Google.
Cutt comincia ricordando che la sua squadra (WebSpam) è composta sia da esseri umani, che combattono lo spam manualmente, che da ingegneri (quindi meno umani), che scrivono algoritmi per combattere lo spam. Lo stesso Cutts ha fatto per molti anni parte del gruppo degli “esseri umani”: il loro lavoro, dice, è un mix di processi reattivi e proattivi.
Prima di tutto “lo spam richiede una reazione”: i cacciatori di Google ricevono segnalazioni, indicazioni, a volte report dettagliati sulle attività mirate a infestare i risultati di una ricerca. Il loro lavoro consiste nell’indagare, verificarne l’esistenza e poi ripulire i risultati che non sono genuini.
“I migliori cacciatori che ho conosciuto”, dice Cutts, “sono quelli che hanno saputo innescare anche dei processi proattivi“: ovvero sono stati in grado di riconoscere le tecniche utilizzate, le ricorrenze e hanno aiutato la squadra degli ingegneri a trovare una soluzione algoritmica per risolvere alcuni problemi alla radice (vedi Panda, Pinguino, EMD).
La giornata tipo dell’ingegnere semi-umano è invece a schiena bassa sul codice, per scrivere e testare nuove proposte: come ogni buon analista/programmatore è in grado di scrivere un algoritmo e di eseguire esperimenti per vedere se funziona bene oppure se deve essere migliorato.
“Ogni volta che viene sviluppato un nuovo sistema per combattere lo spam”, racconta Cutts, “la squadra dei cacciatori torna indietro (nel tempo) per capire quali vecchi algoritmi non sono più necessari.
Insomma mentre la giornata di un ingegnere è triste e grigia, passata davanti a routines e a processi che si ripetono, il giorno del guerriero a mani nude sembra essere molto più entusiasmante.
Anche l’ingegnere ha i suoi problemi, infatti l’evoluzione continua del panorama dello spam mette a dura prova anche le sue rigide schedule. Ma il cacciatore ha di fronte, ogni giorno, un problema diverso come: rispondere a reclami e ad attacchi oppure prestare “la massima attenzione ai feedback dagli utenti”.
Su questo punto Cutts è chiarissimo: “la nostra squadra, dice, prende in seria considerazione tutti i feedback che riceve, perché se un problema viene percepito anche da una sola persona, potrebbe esserlo anche per molti e – se questo è il caso – vogliamo risolverlo”.
“È tutto molto divertente”, ammette compiaciuto Cutts ed è con il sorriso sulle labbra che lancia il messaggio chiave di tutto il simpatico quadretto di famiglia: Google ha una struttura dinamica, pronta a recepire riscontri dall’esterno, ma pronta – soprattutto – per continuare a combattere lo spam di qui all’eternità.
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