
Cosa è successo dopo l’aggiornamento Mobile Friendly di Google?!
Nonostante lo spauracchio, e i soliti termini concitati da giornalismo in stile Hollywood (o Bollywood?), non c’è stata nessuna “soluzione finale” e non è terminato il mondo il Google, per come lo abbiamo conosciuto…
Ok, i siti non-mobile-friendly non sono spariti: ma qualche effetto ovviamente è stato prodotto.
Quale è stato allora l’impatto reale di questo algoritmo, arrivato con un ritardo di circa tre anni sull’innovazione tecnologica?
Graham Charlton (SEW) ha analizzato l’impatto utilizzando i dati del rapporto di Searchmetric sull’ottimizzazione SEO per il mobile.
Il primo impatto, anche se leggero, si è verificato sulla percentuale di siti mobile-friendly presenti nei primi 30 risultati su Google: prima della data spartiacque erano ottimizzati per il mobile 68% dei risultati, poi sono aumentati al 71%.
Un movimento molto piccolo e che, secondo Charlton, deriva da una precisa strategia di Google di spostare in modo graduale e senza traumi l’ago della bilancia. Forse tra qualche mese, dopo un rodaggio lento, Google potrebbe cambiare passo e diventare più rigoroso.

Differenza di posizioni nelle SERP
I fattori di posizionamento per il Mobile
Ecco i dati che emergono dallo studio di Searchmetrics sulle correlazioni tra i possibili fattori di posizionamento e l’aspetto delle SERP nella ricerca mobile.
1. Esperienza Utente (UX)
Secondo Charlton, Google utilizza sempre più fattori correlati all’esperienza dell’utente per determinare il ranking nei risultati della ricerca: una buona esperienza utente nelle dimensioni (e con la velocità di connessione) di un dispositivo mobile è vitale (non solo essenziale) per un sito mobile-friendly.
Ergo meglio evitare tutto ciò che potrebbe disturbare l’esperienza: in cima a tutto, Charlton mette le app interstiziali, ovvero quelle fastidiosissime app che si aprono tra le SERP e una pagina di destinazione e su cui Google ha emesso un bando che entrerà in vigore dal 1 novembre 2015.
Lo studio di Searchmetric mette poi in evidenza altri fattori di UX, tra cui il numero medio di link interni (non meno importante dello “spazio dedicato al tocco”) ed elementi grafici, come la grandezza dei caratteri, una presenza inferiore di annunci (immagini) ed elementi strutturati (liste e sottoliste non ordinate).
2. Fattori tecnici
La velocità è il fattore tecnico più importante: tutti i file che compongono il sito devono essere minimizzati per migliorare il tempo di caricamento delle pagine.
Lo studio ha rilevato come il tempo di caricamento di una pagina mobile deve essere inferiore almeno del 25% al tempo di caricamento della stessa pagina in versione desktop.
Il tempo medio di caricamento di una pagina mobile che si trova nelle prime 30 posizioni è di 1,17 secondi, il tempo medio nelle prime 10 posizioni è invece di 1,10 secondi.

Velocità di caricamento e ranking
3. Backlink
La ricerca ha messo in evidenza come la presenza di link in entrata (backlink) sia un fattore meno importante rispetto al posizionamento sulle SERP di una ricerca sul desktop.
La percentuale di backlink di tipo nofollow è aumentata, ma rimane molto al di sotto del suo valore nella ricerca desktop.
I risultati su mobile producono link con una frequenza inferiore verso pagine di notizie: questo può essere dovuto anche alla presenza di versioni mobili separate (non responsive), che non ricevono i link che sono diretti verso la versione desktop.
Post Apocalisse
Questo è dunque lo stato dell’arte dopo più di 5 mesi dalla data epica del 21 aprile 2015.
Ad oggi lo stravolgimento non è totale e le regole che determinano il posizionamento nelle SERP Mobile sembra ancora, secondo Charlton, in una fase transitoria.
Più che ad un apocalisse, sembra di assistere ad un cambiamento graduale nei fattori ranking e guidato dal valore dell’esperienza utente.
Sei d’accordo? Quale effetto ha avuto l’aggiornamento mobile-friendly sui tuoi siti?