
Bene o male se ti occupi di SEO (e non di spam) conosci le cosiddette “best pratices”!
Sai come scrivere un meta description, sai che il titolo deve avere una lunghezza di 512 pixel e così via…
Le buone pratiche, dice Cyrus Shepard (Moz.com), sono quell’insieme di regole che servono a ottenere risultati migliori e consistenti.
Si possono usare per confrontare tecniche differenti e possono evolversi con il tempo: qualche volta, però, puoi decidere di ignorare questo insieme di regole…
Tranquillo, non è l’effetto dell’alcool o della recente sentenza della corte di Cassazione sulle droghe leggere…
Ignorare alcune regole non significa rompere completamente uno schema e buttare nel W.C. 15 anni di studi e di sudore: significa, per dirla alla Shepard, valutare quale possa essere la soluzione migliore nel momento contingente, senza essere troppo rigidi su regole che non sono state scolpite su 12 tavole!
Ottenere velocemente il miglior ritorno di investimento (ROI)
Quando lavori sul sito di un cliente oppure su un tuo sito personale, dice Shepard, il tempo e la risorsa denaro sono limitate, devi concentrarti su quelle attività che possano portare il più alto ritorno di investimento per quello che stai facendo.
Molti novizi della SEO, incominciano il proprio lavoro ottimizzando tutti gli elementi di pagina e quindi controllando l’accessibilità delle pagine per gli utenti e per i crawler dei motori di ricerca: all’inizio di una campagna si tratta di un’attività con un alto ROI, ma quando incominci ad occuparti solo di risolvere errori di accessibilità o di SEO on-page, il tuo ROI comincia a calare.
Mentre sei piegato sul codice, incominci ad ignorare altre attività essenziali come il link building, lo sviluppo di una comunità di utenti, la presenza sui social media, tutte attività che – invece – potrebbero aumentare (e non di poco) il ritorno del tuo investimento. Questo significa che, nonostante la correzione degli errori sia comunemente definita una “best pratice”, sarebbe meglio concentrare, tempo e sforzi, su ciò che può darti, nell’immediato, i migliori risultati.
Misurare costi e benefici
Secondo Shepard devi sempre soppesare costi e benefici della tua attività SEO: le pratiche migliori spesso comportano costi, soprattutto se ti impongono cambiamenti. Un esempio di costo spropositato è la modifica di tutti gli URLs di un sito in una forma più SEO friendly: è vero che i motori di ricerca apprezzano molto di più la forma “sito.com/keywords”, ma devi anche sapere che questa operazione si porta dietro una necessaria ristrutturazione di tutti i vecchi URLs (per ogni URL modificato dovrai aggiungere una redirect 301 dal vecchio al nuovo URL).
Anche se l’operazione viene compiuta a regola d’arte, potresti comunque perdere backlinks e anche qualche posizionamento: se hai intenzione di fare questa modifica, devi chiederti prima se ne può o meno valere la pena.
Shepard dice che se sul tuo sito non ci sono errori, non importa aggiustare nulla: spesso modifiche colossali hanno altissimi costi e una bassissima resa. Se il tuo sito è già ben posizionato con URL non propriamente amichevoli, lasciali così come sono!
Ottimizzare per obiettivi non SEO
Le migliori pratiche si possono violare spesso, se stai ottimizzando il tuo sito per altri scopi. L’esempio di Shepard è sul tag title: 512 pixel rappresentano l’ampiezza del titolo che Google mostrerà sulle SERP ed è per questo che viene definita una best practice.
Questo non significa, però che devi riscrivere ogni titolo del tuo sito (cosa che in molti hanno cominciato a fare): tra l’altro, se il tuo titolo sta andando forte su Twitter, Facebook, Google+ e Linkedin e viene condiviso ovunque, potrebbe andare bene lo stesso anche se supera i 512 pixel. Così se produce molte conversioni e stanno aumentando le vendite.
Se il tuo posizionamento è eccellente anche con un titolo lungo, non ha nessun senso modificarlo: poi se ne devi modificare un centinaio o addirittura un migliaio… pensa ancora alla regola dei costi/benefici!
La sperimentazione è la vera anima della SEO
Infine la questione di fondo, per Shepard, è che la SEO è un lavoro di constante sperimentazione: solo sperimentando si può capire cosa funziona e cosa non funziona. Google e tutti gli altri motori di ricerca aggiornano costantemente i loro algoritmi e, per questo motivo, la sperimentazione è necessaria.
Se vogliamo imparare cose nuove, dobbiamo provare cose nuove. Le “best pratices” non devono rimanere scolpite nella pietra, ma essere ridefinite e testate ogni giorno per essere “etichettate” come le migliori!
La SEO è una scoperta quotidiana: quello che funziona oggi, potrebbe non funzionare più tra uno o due anni e dobbiamo rimanere con la mente aperta per utilizzare le migliori pratiche nel migliore modo possibile.
Ecco il video di Cyrus Shepard: