
Fare SEO Negativa paga bene: non chi la riceve (ovvio), ma nemmeno chi la commissiona… Il vero affare è per le agenzie che la propongono!
Non devi spalancare la tua bocca da angioletto oppure arricciare il naso per il disappunto: se sei del mestiere, e con una propensione sufficientemente nerd, qualche proposta indecente l’avrai sicuramente ricevuta anche tu.
Ricordiamo brevemente cosa significa fare SEO Negativa: ovvero agire in senso contrario rispetto ai buoni principi dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Invece di mirare alla qualità dei link di un cliente, si mira a puntare un numero considerevole di pessimi link sui siti dei suoi concorrenti per declassarne il rank e far salire il tuo cliente senza troppi sforzi.
Insomma un po’ come vincere una partita decimando i giocatori della squadra avversaria.
Quello che nessuno aveva mai spiattellato prima sono le proporzioni del fenomeno. Un po’ come ammettere, in un discorso pubblico, che il mestiere dell’ostetrica e quello del becchino possono convivere…
Il noto segugio Barry Schwartz (Seroundtable) ha scoperto, rovistando tra i post di WebmasterWorld, un esperimento condotto da un blogger che ha “finto” di proporre servizi di SEO Negativa.
Su 84 titolari di siti web e di portali verticali contattati, solo una percentuale di poco sopra al 20% non ha risposto oppure ha declinato l’offerta!
Una larga fetta (48%) ha chiesto di procedere con l’offerta, mentre il 31% si è mostrata solo interessata.
Quasi l’80% del campione, in sostanza, ha risposto in modo positivo…
Fuori dal tema etico, cosa ne pensi di questa “possibile” deriva nelle opportunità di mercato per le agenzie e i singoli consulenti SEO?
Pensi come Schwartz che sia colpa dell’evoluzione di Google?
Pensare… Sarebbe già una buona cosa, di sicuro non è solo questo che fa di te un buon esperto SEO, ma penso che l’intelligenza sia spesso l’unica arma positiva che un digital marketer (e il genere umano) abbia a disposizione.
Aspetto i tuoi commenti…