
Nei grandi eventi le sessioni sono separate, come i bagni per le femmine e per i maschi: da questa parte SEO, dall’altra Social Media, mentre nell’atrio comune aspettano i SEA (Search Engine Advertiser).
È ora di mischiare le carte o per lo meno di dischiudere i compartimenti stagni che, fino ad ora, hanno tenuto separati mondi e realtà parallele: ti avevo già anticipato qualcosa, circa un anno fa, ma ogni tanto si sentono ancora domande del tipo: “I social media sono un fattore di ranking?”
La risposta è indubbiamente NO oppure, al massimo, solo in via indiretta e non diretta… ma è la domanda che è sbagliata: secondo Stoney G deGeyter (Search Engine Journal) è già stata appurata l’importanza dei social media e dove (o meno) possono essere considerati parte integrante di una strategia SEO.
Ma il punto non è se, come consulente SEO, devi o meno misurarti con i social media. La vera domanda è: “Come potrebbe continuare a prosperare la SEO senza i social media?”
Altra risposta negativa, secondo deGeyter: “non oggi, scrive, non fino a quando i social media continueranno a giocare un ruolo nelle definizioni sociali”. Ruolo che non perderanno nel breve termine e che porterà, prima o poi, anche i motori di ricerca verso la raccolta e la misurazione dei segnali sociali per i loro algoritmi di posizionamento.
I social media, sostiene deGeyter, servono a misurare in tempo reale i nostri gusti: quello che ci piace, che non ci piace, che amiamo e che rifiutiamo. Per questo motivo, che diventino o meno anche segnali di ranking, chi si occupa di SEO non può più ignorare i social media.
Una volta c’erano i link e questi erano i principali fattori off-page presi in considerazione dai motori di ricerca per analizzare l’importanza, l’autorevolezza e la popolarità di un sito web: oggi i social media sono i nuovi backlink.
L’affermazione di deGeyter non è (ovviamente) vera: si tratta insieme di una provocazione e di una previsione sull’immediato futuro dei principali algoritmi di posizionamento e dei loro fattori di ranking.
In un caso specifico, si tratta di realtà: il motore di ricerca russo, Yandex, quasi un anno fa, annunciava di aver completamente rimosso di backlink dal loro algortimo di posizionamento, in favore di altri segnali esterni. Anche l’ex capo della squadra Anti-Spam di Google, Matt Cutts, rivelò in uno dei suoi video che Google aveva svolto dei test, rimuovendo completamente i backlinks dal suo algoritmo: è anche vero, però che il risultato dei test fu deludente e senza la qualità tipica delle SERP di Google.
Quello che è certo è che Google continuerà a svalutare il valore dei link, magari senza liberarsene del tutto, ma attribuendo a questi sempre meno peso in favore di meccanismi alternativi. Su quale possa essere la provenienza dell’alternativa, deGeyter non ha dubbi: saranno i social media a colmare il gap lasciato dai link.
Non si tratterà di un fattore singolo, ma di una pluralità di fattori: ampia quanto il ventaglio dei fattori on-page. Alla checklist dei fattori di contenuto (e semantica) si aggiungerà la lista dei “fattori sociali“, che dovranno essere sistemati e aggiustati fino a raggiungere un perfetto equilibrio con l’insieme dei fattori on-page e off-page.