
Ecco la seconda parte delle 5 aree di intervento individuate da Jim Yu (Search Engine Land) per aumentare ancora di più la resa dei tuoi ranking.
3) L’otttimizzazione SEO per i dispositivi mobili è una priorità
Alcuni di noi lo dicevano da anni, ma è inutile ripeterselo ancora…
Già ieri era necessario avere una strategia per il mobile marketing, oggi questo è reso ancora più impellente da due fattori: l’esperienza mobile ha superato nettamente quella desktop nel tempo speso sul dispositivo per la fruizione di media digitali (dati di comScore) e Google ha iniziato a considerare questa esperienza come un segnale di ranking per la ricerca su dispositivi mobili.
Proprio su questo secondo punto, la medaglia potrebbe avere un risvolto poco interessante, anzi pessimo: non rispettare le linee guida di Google sul responsive design e la qualità del layout (oltre che dei contenuti), potrebbe portare a un declassamento…
Secondo una ricerca di BrightEdge, gli errori di configurazione per i dispositivi mobili nel 2014 hanno portato ad un calo di traffico pari al 68%…
Ma il bastone è comunque anticipato da una succosissima carota: Google fornisce agli sviluppatori una strumento utilissimo per valutare la qualità dell’esperienza utente sul sito (PageSpeed Insight)
Oltre alla checklist dei punti di qualità, PageSpeed (da cui il suo nome) rileva soprattuto la velocità di caricamento: fattore che Google reputa tutt’altro che secondario e “consiglia” un tempo inferiore a un secondo…
4) Trova indicatori e strumenti di analisi che funzionino
Gli studi e i test sull’impatto della ricerca organica sono importanti solo per gli addetti ai lavori e per misurare l’efficacia del nostro lavoro più in generale, ma non sono dati che interessano ai tuoi clienti o che, in generale, possano giustificare un budget e l’efficacia di una strategia SEO.
Acquisire competenze da analista potrebbe tornare utile, ma – prima di incominciare a prendere lezioni – rifletti sugli obiettivi reali della campagna e individua, da subito, gli indicatori chiave (KPIs) che vuoi misurare: si possono misurare le visite uniche, le visualizzazioni, le percentuali di ritorno e di rimbalzo, fino alle conversioni.
Una volta stabilito che il successo sarà misurato, ad esempio, sulla base delle visualizzazioni di pagina, non resta che cominciare a raccogliere dati, metterli in pila e – se del caso – prendere qualche lezione di excel per analizzarli nel migliore dei modi e tracciare qualche grafico (sempre utile per lasciare una traccia visuale).
Condividi informazioni e strategia con tutta la squadra
Tutti quelli che nella tua azienda (o del tuo cliente) si occupano di marketing condividono gli stessi obiettivi, compreso il tuo consulente SEO oppure la tua squadra di “ottimizzatori”: la condizione migliore, secondo Yu, è quella di condividere le conoscenze e lavorare a stretto contatto per ottenere risultati migliori.
Anche chi si occupa di canali a pagamento (es. PPC) dovrebbe condividere e, viceversa raccogliere, le informazioni acquisite attraverso il canale SEO: i due canali, sostiene Yu, hanno una “relazione simbiotica”.
In poche parole, i successi nel campo del marketing digitale nascono dal lavoro di squadra e non da brillanti doti personali: che rimangono utili, solo se non uniche e non dotate di scettro.
Pensi che questa situazione si possa ricreare facilmente nelle web agency italiane?
Yu conclude la sua carrellata applicando alla SEO, un antico detto cinese: “la vita è un viaggio, non una destinazione”.
L’ottimizzazione per i motori di ricerca dovrebbe essere parte integrante di un sito web per tutto il suo tempo di vita, continuando ad aumentare la sua abilità di rendere il brand (e il suo contenuto) più visibile e di creare una migliore esperienza per gli utenti.
Sei d’accordo? Fammi sapere…