
Sgombriamo il campo dagli equivoci: è ovvio che le email non hanno un impatto diretto sul posizionamento nei motori di ricerca.
Il disclaimer è di Neil Patel (Search Engine Journal), ma la conseguenza non è così ovvia: email e SEO non sono completamente scollegate e ignorare questo, dice Patel, significa ignorare l’impatto massivo che invece potrebbe avere…
Nel post segnalato mostra come ha utilizzato lo strumento email per aumentare il traffico sul suo sito e, di conseguenza l’ottimizzazione SEO e il traffico organico: una tecnica che sembra funzionare.
1) Raccogli indirizzi email
Il punto di partenza per applicare questa tecnica è la raccolta di indirizzi.
L’email marketing, a giudizio di Patel, si classifica ancora tra i primi metodi per la condivisione di contenuto on line.
Il modo migliore per raccogliere indirizzi email è una CTA (Call ti action) evidente per la sottoscrizione di una newsletter.
2) Le email spingono i visitatori a ritornare
Un invio ben scadenzato di mail porta a visite di ritorno e più frequenti.
Tieni conto, scrive Patel, che molti lettori del tuo blog si sono iscritti alla newsletter proprio per ricevere un promemoria e ritornare sul tuo blog.
Patel non riproduce l’intero articolo nel testo dell’email, ma solo un’introduzione originale e che inviti alla lettura di tutto il resto.
I visitatori che ritornano sono visitatori soddisfatti e, citando un articolo di Cyrus Shepard, Patel sostiene che la “soddisfazione” [di un utente] è uno dei primi fattori di posizionamento ed è rilevata algoritmicamente e attraverso i dati raccolti.
Per Patel, concentrarsi sui visitatori da email è la scelta più ovvia, perché questi sono i visitatori che potrebbero essere i più soddisfatti di tutti.
3) Le email aiutano a consolidare il tuo brand nella testa delle persone
La frequenza di invio utilizzata da Patel non supera un lancio alla settimana: “quando queste email arrivano a destinazione, scrive Patel, provocano un effetto e loro si ricordano di me”.
Questo promemoria potrebbe arrivare anche a modificare il modo in cui questi utenti effettueranno nuove ricerche su Google: ricordando il titolo di un’email potrebbero poi ricercare lo stesso titolo attraverso la query di ricerca, piuttosto che andare a ricercare il link tra le tonnellate di email inevase.
In questo modo, sostiene Patel, il tuo brand e il tuo contenuto saranno sempre di fronte a questo utente: cercheranno spunti sulla ricerca attraverso il tuo promemoria, anche se non ricorderanno ogni singolo dettaglio.
È in questo modo che possono aumentare le visite per chiavi “branded”: ovvero le visite di chi già conosce il marchio di fabbrica, lo apprezza e continua a ricercarlo…