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Virool, Google penalizza il social video advertising

Virool penalizzato
Virool penalizzato

Virool penalizzato

Il social video advertising è ufficialmente nella lista nera di Google delle pratiche considerate spam: a finire nella rete di una penalizzazione manuale, a questo giro di ruota, è Virool, società emergente che vende “visualizzazioni” per i video postati su YouTube.

Un anno fa Virool fece scalpore tra gli investitori per essere riuscita a raccogliere più di 6 milioni di dollari attraverso il seed funding (qui li chiamiamo incubatori d’impresa o finanziamenti esterni per il lancio di un prodotto).

Il titolare e co-fondatore, Alexander Debelov, si è subito affrettato a puntare il dito contro l’agenzia SEO che aveva ingaggiato, ma secondo alcuni – tra cui Jennifer Slegg (Search Engine Watch) – non è un caso che la notizia della penalizzazione sia filtrata a stretto giro di giorni insieme ad un’altra notizia interessante: l’annuncio di Google contro tutte le azioni che hanno come obiettivo l’aumento spropositato di visualizzazioni su YouTube.

Intervistato sulle colonne di SEW, Debelov dice che Virool è stato penalizzato per colpa del profilo dei backlink e rivela anche il nome dell’agenzia SEO che ritiene responsabile della penalizzazione: National Positions di Los Angeles.

“Il profilo dei backlink, sostiene Debelov, mostrava un numero alto di links ricevuti in un periodo breve e molti di questi link erano sicuramente sospetti e avrebbero insospettito chiunque avesse fatto un’indagine accurata”.

Secondo Jennifer Slegg non è la prima volta che viene alzata la bandiera rossa per l’agenzia di Los Angeles e per le sue tattiche SEO: “c’è da chiedersi piuttosto, perché non sia mai stata direttamente penalizzata!”

Il fatto che ci siano agenzie che utilizzino sistemi non etici e di black hat, per posizionare i loro clienti, non è una novità: di solito queste tecniche sono utilizzate all’insaputa dei clienti, che non sanno nulla di cosa venga fatto e non sono neanche informati del possibile rischio di penalizzazione.

Non solo la National Positions non ha ricevuto alcuna penalizzazione per il lavoro che ha fatto per Virool, ma Google sembra non avere proprio alcuna intenzione di agire contro le agenzie SEO che utilizzano tecniche di black hat per i loro clienti (come ha fatto invece nel 2012 con iAcquire): questo nonostante sia molto attivo, di recente, nella distribuzione di penalizzazioni per link scheming (vedi Rap Genius e altri). 

Non è facile per il cliente finale sapere se il consulente SEO ingaggiato sia una persona corretta oppure no: spesso chi usa strumenti che non sono consentiti dalle linee guida di Google, non si presenta per quello che è, e quindi non consente al cliente una scelta informata. Qualcuno potrebbe anche decidere di assumere il diavolo in persona, ma sarà pienamente consapevole che il viaggio ad alta quota potrebbe essere intenso e molto breve.

Si tratta forse del caso di Virool ?!

E tu come presenti una strategia SEO al cliente ? Sei tra quelli che non svelano i segreti (sporchi) del mestiere ? Oppure pensi che la trasparenza e la formazione siano la chiave migliore per gestire il successo oppure per intervenire con efficacia dove si presentano problemi ?